venerdì 16 dicembre 2011

Pimpinella la sbruffoncella

Pimpinella la sbruffoncella era un personaggio delle vignette di un giornale femminile popolare di qualche anno fa: si vantava di meriti inverosimili  raccontati in maniera volutamente distorta. Leggo oggi sulla BBC questo pezzo:

UK officials will join talks over eurozone deal

UK officials will join talks over what should be in a eurozone fiscal pact, despite refusing to sign up to it.

The UK has accepted an invitation from the European Council to join talks, alongside 17 eurozone and nine other EU states considering signing up.

Last week David Cameron vetoed a treaty change involving all 27 EU states, saying it was not in UK interests.

No 10 said the UK would join "technical discussions" as "equal participants". However it will not have a vote.

The aim is for the new fiscal compact to be drawn up by early February.



Secondo me il Regno Unito si è auto invitato per non perdere il contatto con l’Europa così platealmente rifiutato solamente qualche giorno prima. Che la mossa di Cameron fosse tutta una farsa per guadagnare il sostegno degli Euroscettici per poi far occultamente marcia indietro? Pimpinella è al lavoro.

mercoledì 16 novembre 2011

Ciclo di vita del credito

Avevo preparato questo riassuntino per un giovane amico che ne aveva bisogno. Lo pubblico per chiunque lo trovi interessante.

La concessione

Il ciclo di vita del Credito va dalla domanda ad opera del cliente aspirante prenditore alla restituzione.

Il Cliente presenta ad una banca una domanda che contiene, oltre ai suoi dati anagrafici, i suoi dati economici patrimoniali, la quantità e la forma richiesta, lo scopo della richiesta e le eventuali garanzie offerte che completano l’illustrazione della fondatezza della domanda e la sua capacità di restituzione.

Il credito offerto dalla banca si distingue in credito per cassa (denaro liquido) e credito di firma (garanzie fideiussorie) che garantiscono a terzi  “il fare” del cliente (es. l’esecuzione di un’opera entro un certo tempo, credito di firma commerciale) o “il dare” (es. il pagamento di un canone di affitto, la restituzione di una cauzione, credito di firma finanziario).

Il credito per cassa si divide in credito valido fino a revoca da parte della banca ed in credito a scadenza che la banca non può revocare fino alla scadenza se non per gravi inadempimenti (es. mancato pagamento di una rata, in questo caso la revoca produce la cosiddetta decadenza del “ beneficio del termine” cioè la decadenza della facoltà del cliente di tenere il danaro fino alla scadenza). Esiste poi una forma di credito intermedia, detta auto liquidante,  che può essere valida fino a revoca o avere una scadenza e da facoltà al cliente di scontare [disporre immediatamente di importi con maturazione nel futuro] crediti con varie scadenze inferiori all’anno (es. bollette, canoni, fatture su lavori già fatti etc, rarissimamente contratti su lavori da iniziare).

I prodotti sono applicazioni delle forme tecniche, es.  scoperto di conto corrente per le giovani coppie, è una forma di credito per cassa, valida fino a revoca, erogabile alle giovani coppi con limiti e tassi predeterminati.

Ricevuta la domanda dal cliente il funzionario istruttore (proponente) raccoglie la documentazione a supporto della decisione di affidamento o decisione di accordare il credito che verrà presa da un superiore (deliberante) appositamente delegato con facoltà dipendenti dal rischio (quantità , forma tecnica, qualità del cliente). Una regola BdI  inderogabile prescrive che proponente e deliberante siano  persone separate.

La raccolta della documentazione può essere fatta manualmente o informaticamente in modo più o meno automatico.  In questo secondo caso si parla di Pratica di Fido Elettronica o PEF.

Fra la documentazione raccolta spiccano le informazioni del la Centrale Rischi gestita da BdItalia. Tutte le banche devono segnalare a BdItalia gli affidamenti superiori a 30.000 E.  BdI consolida (somma) le informazioni provenienti dalle varie banche , le anonimizza (nasconde il nome della banca segnalante) e le ritorna  alle banche richiedenti per il seguito di competenza. Per gli importi inferiori a 30.000 E, quasi tutte le banche  fanno la segnalazione, a banche dati private , dalle quali ricevono pure  informazioni di ritorno,  che monitorano anche la regolarità delle restituzioni a soc.tà di credito al consumo (credito automobilistico, acquisto di elettronica o mobili etc).

Della documentazione da presentare al deliberante fanno parte le informazioni economiche-patrimoniali (per le soc.tà i bilanci) o la dich. dei redditi (per le persone fisiche, i professionisti etc.), l’andamentale interno (una sorta di pagellina o semaforo che indica la regolarita di eventuali rapporti pregressi), le informazioni ipocatastali (patrimonio immobiliare con o senza gravami (pignoramenti, ipoteche)) ed eventi pregiudizievoli per la concessione (decreti ingiuntivi, pignoramenti, costituzione di fondi patrimoniali tendenti a proteggere il patrimonio  da pretese risarcitorie etc.)

Allorché la banca riceve la domanda possono accadere più cose: la più ovvia è respingerla perché il cliente è già sfavorevolmente conosciuto. Se invece è favorevolmente conosciuto allora si controllano il suoi dati economici-patrimoniali,  i suoi andamentali interni e  la sua Ceri. Se non è conosciuto si invia una prima richiesta di informazione a BdI. Anche qui possono succedere più cose. Se BdI conosce il cliente (perché precedentemente segnalato da altre banche) risponde con la situazione che le risulta, altrimenti si limita a dargli un codice identificativo e rimane in attesa di future segnalazioni.

Nella segnalazione che BdI ritorna  alle banche compaiono per ognuna delle categorie  di segnalazione (Cassa a revoca, cassa a scadenza, cassa autoliquidante, firma commerciale o firma finanziaria) l’accordato e l’utilizzato da parte del cliente sul sistema bancario.  Inoltre sono  esposti eventuali incagli o sofferenze.

Durante l’istruttoria  il cliente viene valutato (dotato di un rating, [ non tutte le banche hanno un sistema di rating approvato da BdI ma tutte hanno un sistema di valutazione anche se non lo chiamano rating]) che indica la sua probabilità di default (PD) ad un anno. Tanto più basso sarà il suo rating (alta PD) tanto più alto sarà il tasso di interesse richiestogli (col limite del tasso massimo previsto dalla legge antiusura). Il Default è uno stato di insolvenza caratterizzato da un utilizzato superiore del 5% all’accordato protratto per 90 giorni consecutivi(Default a 90 gg) o 180 giorni.

Il funzionario deliberante, su proposta del proponente delibera, nell’ambito delle facoltà delegategli dal consiglio di amministrazione)  di concedere il credito (lo accorda) indicando quantità e condizioni (deposito di garanzie, es. azioni o titoli di stato, ipoteche  etc.) ed ovviamente tasso applicato.

Una volta completato il passo precedente con la consegna delle garanzie (perfezionamento), l’accordato diventa operativo ed il cliente può passare alla cassa per prelevare (utilizzare l’accordato).

Alla Ceri viene segnalato l’importo accordato e l’ utilizzato.

L’organizzazione della fase istruttoria, l’articolazione dei poteri di delibera, del modo con cui si arriva alla delibera , sono  diversi per ogni banca e dipende dalla sua complessità, dai suoi sistemi informativi, dalla sua storia. L’istruttoria può essere fatta con sistemi cartacei ad alimentazione manuale (banche piccole) o con sistemi elettronici che si auto procurano le informazioni rilevanti accedendo a banche dati interne ed esterne (banche grandi).

Il monitoraggio post erogazione (vedi nota)

Dopo l’utilizzo la banca monitora il rapporto per  catturare precocemente eventuali  sintomi di deterioramento con conseguente peggioramento della PD. Si rammenti che PD bassa indica aziende buone, PD alta aziende cattive. Un confine ideale, che verrà giustificato in seguito, è PD ad un anno=2,66%. PD inferiori a 2,66 alias BBB/BB, aziende buone. PD superiori a 2,66% aziende cattive da gravare con tassi di interesse pesanti.

Ovviamente monitora per primi i soggetti “sconfinati”, cioè che hanno utilizzato più dell’accordato. Suddivide costoro in soggetti sconfinati da meno di 90 gg., soggetti sconfinati da oltre 90 gg e da oltre 180 gg.

Questi soggetti vengono passati ad un reparto “gestionale” che contatta il cliente, si informa sulle ragioni dello sconfinamento, propone rientri e relaziona i superiori affinché decidano per tempo una eventuale revoca. Il gestore riassume tutte le operazioni  poste in atto in un diario elettronico chiamato Pratica Elettronica di Gestione PEG.

Se le sollecitazioni poste in atto non hanno effetto la pratica viene revocata e passata all’ufficio recuperi che tenta un rientro stragiudiziale (accordo bonario) o giudiziale (lento e costoso). Al termine del percorso di recupero, se di 100E se ne sono perduti 40 e recuperati 60, si dice che c’è stata un perdita dopo il default di 40. In inglese Loss Given Default o LGD. Il fatto che il credito sia assistito da garanzie a favore della banca  diminuisce la perdita in caso di default (abbatte la LGD)

Nel monitoraggio viene valutata anche la perdita attesa o inevitabile.

Nel fissare il tasso attivo la banca deve tener conto che occorre farsi pagare:

1.       il costo della provvista

2.       il costo operativo (stipendi, consumi, tasse locali, accantonameno al fondo ammortamento tecnico)

3.       il costo delle perdite su crediti (mancatei restituzioni) statisticamente prevedibili o perdite attese (PA in italiano, EL in inglese, alias Expected Loss)

4.       il costo del capitale bloccato a presidio di eventuali perdite inattese (PI in ital.,  UL in inglese alias Unexpected Loss)

La valutazione della PA  (terzo punto) è molto importante perché influenza l’utile lordo e netto della banca (cfr. dopo).

Le banche capaci di dare un rating interno riconosciuto da BdI (dette banche basate sui rating interni, in ingl. IRB) calcolano la PA con questa formula PA=PDxLGDxEAD dove EAD o Esposizione al momento (at) del default è una cifra fra l’accordato attuale e l’utilizzato. Per semplicità qui si immagini che EAD=Utilizzato. Quindi una esposizione con un EAD di 100 E, una LGD del 40% ed una PD dell1% avrà una PA=100x0,4x0,01=0,4.

 Le banche senza rating interni (cosiddette banche standard) calcolano la PA in base alla loro esperienza storica.

La PA deve essere pretesa dal cliente (il tasso applicatogli  deve tener conto che il cliente deve pagare anche questa voce) e subito darà luogo agli accantonamenti o provisions (ingl.)

Contabilmente, una volta calcolata la PA, la Banca  farà:

Dare (Costi): Accantonamento al Fondo Rischi su Crediti

                                                                                         Avere (Stato Patrimoniale): Fondo Rischi su Crediti

Successivamente eliderà o sottrarrà  (impairment)  il Fondo Rischi dall’Attivo o Dare

Dare (Stato Patrimoniale)                                           Avere (Stato Patrimoniale): Fondo Rischi su Crediti                  

Crediti (lordi)                                                                  Fondo Rischi su Crediti

E risulterà:

Crediti NETTI= Crediti (lordi)-Fondo rischi su Crediti

Quindi sull’Avere dello Stato Patrimoniale, il Fondo Rischi su Crediti non si vedrà più perché sottratto dall’Attivo o Dare.

Si noti che l’operazione di Accantonamento, alimentazione del Fondo e sottrazione dall’Attivo è analoga a quella che fanno le imprese industriali con l’Accantonamento al Fondo Ammortamenti Tecnici  e sottrazione dagli Investimenti fissi per avere gli investimenti netti.

Poiché l’Accantonamento al Fondo Rischi su Crediti (Provisions in ingl.  A volte dette anche “Accant. per dubbi esiti)   è un Costo e più costi significa minori Utili a parità di Ricavi, il calcolo della PA è una operazione delicata che il monitoraggio deve eseguire con accuratezza.

Sofferenze : allorché il cliente non può restituire il prestito ricevuto e la circostanza viene valutata irreversibile, l’accordato viene revocato ed il credito viene classificato a sofferenza. Segnalato a BdI (che gira l’allarme a tutte le banche del sistema) e passato al reparto legale che tenta il recupero forzoso. Ogni posizione viene valutata singolarmente (non più statisticamente) e, se del caso, aggiornata la PAttesa. Le banche non amano ammettere le sconfitte classificando il credito a sofferenza e fanno di tutto per ritardare il momento della verità.

Incagli: sono crediti deteriorati ma ancora recuperabili (quindi una categoria intermedia fra i crediti in bonis e le sofferenze) magari con un piano di ristrutturazione che ne allunghi la scadenza:Possono essere o non essere revocati.


giovedì 6 ottobre 2011

Commento a : “I confidi nel nuovo contesto: opportunità e vincoli di C.Baldinelli

Commento a : “I confidi nel nuovo contesto: opportunità e vincoli . Corrado Baldinelli Capo Servizio Supervisione Intermediari Specializzati Bankitalia “ del 5/10/2011

Il Dr. Bandinelli è una persona molto preparata ed umanamente simpaticissima. Il suo ruolo comporta l’obbligo di dire la verità non nuda e cruda ma ammantata di diplomatiche morbide vesti. In estrema sintesi egli dice: Cari Confidi avete voluto la bicicletta ed ora pedalate se ne siete capaci, ma capaci non siete infatti non potete raggiungere l’equilibrio economico senza aiuti pubblici (ma i fondi son finiti). Egli infatti dice testualmente “Avuta presente la richiamata debolezza del conto economico, appare cruciale il ruolo delle risorse pubbliche destinate al settore. Senza di queste l’equilibrio patrimoniale e reddituale del settore si conferma di precaria, se non di impossibile realizzazione”.  

Più avanti dice : “Ciò che va salvaguardato è il raggiungimento di una dimensione che preservi i legami con i territori d’appartenenza. Il valore di un confidi risiede nella prossimità e nel mantenimento di un’approfondita conoscenza, anche per il tramite delle strutture delle associazioni territoriali d’appartenenza, con le imprese affidate. L’indebolimento o la perdita di questo aggancio, di tale valore aggiunto può avvenire a motivo del raggiungimento di una dimensione eccessiva, ovvero al venir meno e all’affievolirsi dei punti di contatto sul territorio.” 

Questo non mi convince, e non convince neppure Nicolai  (Presidente Finlombarda)  che nel suo saggio “Non sono i Confidi l’arma contro il credit crunch” rileva negativamente la concentrazione geografica e settoriale. La prossimità al cliente come criterio di erogazione è una illusione. Il solo criterio che viene utilzzato dai Confidi, allorché  distribuiscono risorse pubbliche” è la prossimità politico-clienterale. 

Bandinelli prosegue “Il profilo del rischio di credito nei confidi. La rischiosità delle garanzie rilasciate dai confidi ha sensibilmente risentito dell’impatto della crisi. Per la Vigilanza questa circostanza desta preoccupazione, accentuata da talune, prime ricavate dall’attività di controllo: emergono, infatti, dubbi sulla correttezza della quantificazione dei crediti segnalati ad andamento anomalo”.”Le informazioni di cui la Vigilanza dispone fanno temere che l’area di sottovalutazione delle partite deteriorate a carico del confidi potrebbe essere, oggi, purtroppo ampia.” 

Questo è il cuore del problema: i Fondi Rischi su crediti sono generalmente sottodimensionati, sia per assorbire la sinistrosità pregressa nascosta sotto il tappeto della mancata o ritardata classificazione a default, sia per sostenere nuove erogazioni. Ma questo problema può essere rilevato solo da BdI in sede di ispezione.  

Bandinelli :” Per aggiornare la classificazione della clientela, i confidi ricorrono a canali informativi vari: accesso telematico diretto alle informazioni della banca (anagrafica e rischi) relative alle posizioni di credito garantite, con possibilità di estrazioni di liste attraverso semplici interrogazioni; invio periodico (in genere mensile) di un supporto magnetico (database excel su cd) contenente le informazioni sullo stato delle posizioni; comunicazione mensile, mediante tabulati cartacei, dei cambiamenti di stato dei rapporti garantiti (passaggio alle varie categorie di anomalia).
Nel complesso le soluzioni adottate non risultano pienamente efficaci sia per le omissioni e i ritardi nelle comunicazioni dirette, sia per una difettosa gestione delle informazioni ricevute. Si registrano sovente, su questo delicato aspetto, un mancato coinvolgimento degli organi aziendali dei confidi e un basso livello di formalizzazione che connota le intese fra confidi e banche; assunti sovente a livello operativo, alcuni di questi accordi non sempre responsabilizzano adeguatamente le strutture delle banche coinvolte. Per quanto concerne la gestione delle informazioni da parte dei confidi, non risultano disponibili strumenti idonei alla lavorazione integrata dei dati, neanche con riferimento a quelli acquisiti in via digitale (liste estratte dai portali e database excel). I database ricavabili dai portali telematici non sono fra loro compatibili a causa della diversa strutturazione degli archivi dai quali sono ricavati;

E qui affrontiamo il problema della innovazione, del da farsi. Le associazioni prendano il toro per le corna. Confrontino due o tre portali bancari più grandi, ne analizzino le carenze e forzino le banche a creare un solo portale tipo per tutto il sistema banche confidi in modo da omogeneizzare le modalità di colloquio 

Bandinelli “ il sistema bancario dovrebbe ulteriormente valorizzare il “peso” di una garanzia che offre una tale ponderazione[ 20%]. 

Altro da farsi: affrontare il sistema bancario che (basta chiacchiere) non è in grado di valorizzare alcuna garanzia,  salvo le ipotecarie sugli immobili civili, ed obbligarlo a riconoscere sulla parte garantita da un vigilato uno sconto di almeno 120 bp pari alla perdita attesa. Se le banche non fanno almeno questo stanno prendendo in giro i Confidi 

Bandinelli : “E’ avvertita la necessità per i confidi nel loro insieme – grazie anche al supporto delle associazioni di categoria – di rafforzare le proprie strutture organizzative e migliorare il processo di selezione del credito per poter contribuire, nel modo più efficiente, allo sviluppo delle piccole e medie imprese del nostro paese” 

I Confidi devono affrontare questo passo ed accreditarsi presso il sistema Bancario come istruttori unici delle pratiche di Credito garantendone una piccola parte (10%) come asseverazione del lavoro svolto. Devono altresì assicurare, e farsi pagare dalle banche,  il monitoraggio post erogazione e il recupero pre-giudiziale delle esposizioni deteriorate. Purtroppo tutte cose nuove che non hanno mai fatto e che resta difficile impiantare dal nulla.


martedì 12 luglio 2011

Comparazione fra sistemi di agevolazione ed assorbimento patrimoniale, qualche puntualizzazione

Innanzi tutto, nell’effettuare le comparazioni, occorre spianare il piano di gioco sgombrandolo di tutto ciò che potrebbe trarre in inganno lo studioso (non si possono mettere in competizione cavalli ed asini e poi concludere lapalissianamente che i cavalli arrivano primi). 

Primo errore da evitare : comparare fra loro strumenti che prevedono diverse % di garanzie o peggio garanzie con diversa valenza (es. garanzie a prima richiesta contro sussidiarie; garanzie prestate da Confidi 107 contro garanzie prestate da 106). Nel comparare diversi sistemi di agevolazione bisogna riferirsi solamente alla quota interamente garantita e tralasciare quella non garantita che sarà, dalle banche, considerata ad assorbimento pieno secondo le norme di Basilea (evitare l’illusione della “mosca cocchiera” secondo la quale una garanzia parziale, a volte anche molto parziale, condiziona l’intera erogazione. La banca condiziona l’erogazione solo al rendimento complessivo “risk adjusted”  e questo rendimento è il risultato della media ponderata della quota interamente garantita e di quella non garantita.).

Secondo errore :  non si possono paragonare sistemi con diversa PD o LGD medie (cavalli ed asini). Evitare di paragonare operazioni erogate da banche standard con operazioni erogate da banche FIRB a prenditori con PD diversa da 2,66%. 

Spiegazione:  per una banca Foundation IRB  uno scoperto ad un anno, ad una PMI non retail, con PD=2,66%,comporta un assorbimento di capitale dell’8%, identico a quello che subirebbe una banca Standard che affidasse il medesimo soggetto ponderandolo 100%.

Tutte e due le banche subirebbero inoltre una perdita (attesa, cioè statisticamente sicura) dell’1,20%=2,66*0,45 dove 0,45 è la LGD regolamentare per le FIRB. Questa perdita andrà dalla banca spesata in Conto Economico e recuperata  direttamente sul tasso applicato al cliente.  

Per questo bisogna evitare di paragonare una banca standard, che pondera, ai fini dell’assorbimento patrimoniale,  le sue esposizioni al 100%, con le esposizioni di una banca FIRB verso clienti con PD diversa da 2,66%. 

Il vero vantaggio delle banche FIRB è quello di poter subire, e farsi pagare, dai clienti gli assorbimenti in base alla vera PD, posto che sia diversa dal 2,66%. 

E fornisco subito una prima affermazione: tutti i sistemi sono equivalenti in termini di perdita attesa e di assorbimento patrimoniale. Se un sistema appare migliore di un altro, c’è un errore nelle ipotesi di base che crea una illusione ottica. 

Il paragone col Fondo Centrale: innanzitutto un chiarimento: il Fondo Centrale appartiene allo Stato. MCC ci mette solo il personale (e per questo viene ben remunerato) e non sostiene alcun rischio di credito.  La precisazione è dovuta al fatto che una grande banca classificava le garanzie del Fondo come concesse dalla banca gestrice.

L’assorbimento del Fondo è del 12,5% circa del garantito (quota fra il 60 e l’80% dell’erogato) di cui l’8% a titolo di presidio della Perdita Inattesa ed il 4,5% a titolo di presidio della Perdita Attesa. La quota a presidio della Perdita Inattesa, al termine del regolare (senza default) ammortamento, viene sbloccata e resa disponibile per nuove garanzie (è la cosiddetta rotatività). Purtroppo l’assorbimento non dipende dal rating del garantito perché il Fondo Centrale non ne dispone. E non ne può disporre, perché gli manca la “gamba” andamentale, che è una costituente imprescindibile dei sistemi di rating. Nel paragonare l’assorbimento del Fondo a quello di altre forme di garanzia occorre tener conto di questo e quindi non si può paragonare un sistema che assorbe fondi a copertura della PA e della PI ad un sistema che assorbe fondi a copertura della sola PI rinviando ad un altro momento (spesatura in C. Economico) l’assorbimento della PA. 

Un'altra illusione: le Tranched Cover

Le Tranched Cover sono nate e sono state regolamentate nella circ. BdI 263/2006 per le cartolarizzazioni. Solo successivamente, su richiesta della sola Italia che intendeva recuperare l’utilizzabilita dei fondi monetari dei Confidi, è stato consentito di assimilare la quota junior a copertura della prima perdita (sia attesa che inattesa) al fondo monetario pegnato (costuito in pegno). Le tranched cover, anche quelle con quota junior uguale alla prima perdita (Kirb), sono leggermente sfavorite rispetto alle garanzie personali come quelle fornite dal FCG perché comunque la quota senior protetta non può, per norma, essere ponderata zero ma mantiene comunque una ponderazione minima del 7%. 

La differenza fondamentale però è che, nel caso delle cartolarizzazioni i soggetti interessati a valutare, vendere e comprare hanno di fronte a se un portafoglio già formato e quindi valutabile. Nel caso dei fondi monetari i soggetti interessati (Confidi, banche, valutatori) lavorano con portafogli da formare che si possono formare con il profilo di rischio e granularità desiderato ma, di fatto (esperienza docet!) non si sono così mai formati portando a rendimenti ben diversi dal desiderato. Ecco perché personalmente, consiglio di dimenticare le tranched cover a meno che ….. continua alla prossima puntata.


mercoledì 29 giugno 2011

L'importanza, negletta e trascurata, del bilancio Consolidato

Ho letto una notizia curiosa, che vi linko qui, "Via i sigilli alle ville di Verdiglione" perché avrebbe emesso fatture false per frodare le banche non il fisco. Ebbene se le banche avessero fatto il consolidato del gruppo Verdiglione, o come si chiama, la frode non sarebbe riuscita. Ma le banche non usano, e non sanno, fare il consolidato dei gruppi informali e non tenuti del loro a farlo. Questo è un grave problema. Qualcuno vuole aggiungere qualcosa?

sabato 25 giugno 2011

Perché non ho partecipato all’evento ABI su Basilea3- Roma 20 e 21/6/2011

Per la prima volta in tanti anni non ho partecipato all’evento ABI-Basilea perché ritengo la modalità organizzativa adottata (presenza fisica con sessioni parallele)  superata e costosa (trasferta, perdita di tempo), participation fee.

Meglio sarebbe se le sessioni  fossero registrate e distribuite via Internet e l’evento con presenza fisica  fosse riservato ad una sessione con domande e risposte.

L’evento autunnale è più tecnico e meno disturbato da un eccesso di pubblicità.

Troppi argomenti risaputi e lontani dalla pratica.

domenica 19 giugno 2011

Come si valuta la congruità del Fondo Rischi su Crediti dei Confidi 107?

Come noto l’indicatore principe della stabilità di un Confidi è il Total Capital Ratio cioè il rapporto fra il Patrimonio di Vigilanza (PV) ed i rischi (credito ponderato, operativo etc.).  Esso deve essere superiore al 6%. Ma il PV è una voce residuale a presidio delle Perdite Inattese (PI),  e deve essere considerato al netto di eventuali decurtazioni necessarie ad integrare il Fondo Rischi su Crediti (nei bilanci IFRS/IAS) componente della voce 90 del Passivo, ed inteso come presidio delle Perdite Attese (PA) e contropartita delle commissioni attive incassate (voce dell’attivo e dei Ricavi). Quindi il problema si sposta alla valutazione di questo Fondo. Per chi è all’esterno di un Confidi la valutazione è pressoché impossibile perché dipende dalla valutazione della rischiosità delle garanzie rilasciate (riportate nella Nota Integrativa, una volta dei Conti d’Ordine o voci fuori bilancio), nota solo all’interno e riferite alla BdItalia in sede di Icaap. La BdItalia risponde con una valutazione dell’Icaap ricevuto, detta Srep, ma essa non è resa nota all’esterno del Confidi.

La domanda che rivolgo ai lettori è: “Come si valuta, secondo voi,  la congruità del Fondo Rischi su Crediti dei Confidi  107?”. Attendo con interesse.