giovedì 6 ottobre 2011

Commento a : “I confidi nel nuovo contesto: opportunità e vincoli di C.Baldinelli

Commento a : “I confidi nel nuovo contesto: opportunità e vincoli . Corrado Baldinelli Capo Servizio Supervisione Intermediari Specializzati Bankitalia “ del 5/10/2011

Il Dr. Bandinelli è una persona molto preparata ed umanamente simpaticissima. Il suo ruolo comporta l’obbligo di dire la verità non nuda e cruda ma ammantata di diplomatiche morbide vesti. In estrema sintesi egli dice: Cari Confidi avete voluto la bicicletta ed ora pedalate se ne siete capaci, ma capaci non siete infatti non potete raggiungere l’equilibrio economico senza aiuti pubblici (ma i fondi son finiti). Egli infatti dice testualmente “Avuta presente la richiamata debolezza del conto economico, appare cruciale il ruolo delle risorse pubbliche destinate al settore. Senza di queste l’equilibrio patrimoniale e reddituale del settore si conferma di precaria, se non di impossibile realizzazione”.  

Più avanti dice : “Ciò che va salvaguardato è il raggiungimento di una dimensione che preservi i legami con i territori d’appartenenza. Il valore di un confidi risiede nella prossimità e nel mantenimento di un’approfondita conoscenza, anche per il tramite delle strutture delle associazioni territoriali d’appartenenza, con le imprese affidate. L’indebolimento o la perdita di questo aggancio, di tale valore aggiunto può avvenire a motivo del raggiungimento di una dimensione eccessiva, ovvero al venir meno e all’affievolirsi dei punti di contatto sul territorio.” 

Questo non mi convince, e non convince neppure Nicolai  (Presidente Finlombarda)  che nel suo saggio “Non sono i Confidi l’arma contro il credit crunch” rileva negativamente la concentrazione geografica e settoriale. La prossimità al cliente come criterio di erogazione è una illusione. Il solo criterio che viene utilzzato dai Confidi, allorché  distribuiscono risorse pubbliche” è la prossimità politico-clienterale. 

Bandinelli prosegue “Il profilo del rischio di credito nei confidi. La rischiosità delle garanzie rilasciate dai confidi ha sensibilmente risentito dell’impatto della crisi. Per la Vigilanza questa circostanza desta preoccupazione, accentuata da talune, prime ricavate dall’attività di controllo: emergono, infatti, dubbi sulla correttezza della quantificazione dei crediti segnalati ad andamento anomalo”.”Le informazioni di cui la Vigilanza dispone fanno temere che l’area di sottovalutazione delle partite deteriorate a carico del confidi potrebbe essere, oggi, purtroppo ampia.” 

Questo è il cuore del problema: i Fondi Rischi su crediti sono generalmente sottodimensionati, sia per assorbire la sinistrosità pregressa nascosta sotto il tappeto della mancata o ritardata classificazione a default, sia per sostenere nuove erogazioni. Ma questo problema può essere rilevato solo da BdI in sede di ispezione.  

Bandinelli :” Per aggiornare la classificazione della clientela, i confidi ricorrono a canali informativi vari: accesso telematico diretto alle informazioni della banca (anagrafica e rischi) relative alle posizioni di credito garantite, con possibilità di estrazioni di liste attraverso semplici interrogazioni; invio periodico (in genere mensile) di un supporto magnetico (database excel su cd) contenente le informazioni sullo stato delle posizioni; comunicazione mensile, mediante tabulati cartacei, dei cambiamenti di stato dei rapporti garantiti (passaggio alle varie categorie di anomalia).
Nel complesso le soluzioni adottate non risultano pienamente efficaci sia per le omissioni e i ritardi nelle comunicazioni dirette, sia per una difettosa gestione delle informazioni ricevute. Si registrano sovente, su questo delicato aspetto, un mancato coinvolgimento degli organi aziendali dei confidi e un basso livello di formalizzazione che connota le intese fra confidi e banche; assunti sovente a livello operativo, alcuni di questi accordi non sempre responsabilizzano adeguatamente le strutture delle banche coinvolte. Per quanto concerne la gestione delle informazioni da parte dei confidi, non risultano disponibili strumenti idonei alla lavorazione integrata dei dati, neanche con riferimento a quelli acquisiti in via digitale (liste estratte dai portali e database excel). I database ricavabili dai portali telematici non sono fra loro compatibili a causa della diversa strutturazione degli archivi dai quali sono ricavati;

E qui affrontiamo il problema della innovazione, del da farsi. Le associazioni prendano il toro per le corna. Confrontino due o tre portali bancari più grandi, ne analizzino le carenze e forzino le banche a creare un solo portale tipo per tutto il sistema banche confidi in modo da omogeneizzare le modalità di colloquio 

Bandinelli “ il sistema bancario dovrebbe ulteriormente valorizzare il “peso” di una garanzia che offre una tale ponderazione[ 20%]. 

Altro da farsi: affrontare il sistema bancario che (basta chiacchiere) non è in grado di valorizzare alcuna garanzia,  salvo le ipotecarie sugli immobili civili, ed obbligarlo a riconoscere sulla parte garantita da un vigilato uno sconto di almeno 120 bp pari alla perdita attesa. Se le banche non fanno almeno questo stanno prendendo in giro i Confidi 

Bandinelli : “E’ avvertita la necessità per i confidi nel loro insieme – grazie anche al supporto delle associazioni di categoria – di rafforzare le proprie strutture organizzative e migliorare il processo di selezione del credito per poter contribuire, nel modo più efficiente, allo sviluppo delle piccole e medie imprese del nostro paese” 

I Confidi devono affrontare questo passo ed accreditarsi presso il sistema Bancario come istruttori unici delle pratiche di Credito garantendone una piccola parte (10%) come asseverazione del lavoro svolto. Devono altresì assicurare, e farsi pagare dalle banche,  il monitoraggio post erogazione e il recupero pre-giudiziale delle esposizioni deteriorate. Purtroppo tutte cose nuove che non hanno mai fatto e che resta difficile impiantare dal nulla.


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