Questo studio ha suscitato in me delle perplessità che illustro: innanzitutto, al pari di altri studi apparsi su Bancaria, non si preoccupa di livellare il piano di gioco delle ipotesi per consentire una comparazione oggettiva fra i due sistemi in esame, il FCG ed il FNI. Il bando di quest’ultimo, ricordo , è andato deserto diverse volte in precedenza, perché di difficilissima gestione.
In linea generale in questi studi bisogna riferirsi alla parte totalmente garantita altrimenti si arriva a risultati paradossali. Non si possono paragonare in termini di efficienza due misure una che garantisce l’80% ed una che garantisce il 20% dei finanziamenti, perché esse sono incommensurabili. L’eventuale riferimento all’efficacia è residuale e non matematico ma altamente dipendente dal risk appetite delle banche.
Quindi la prima conclusione che il moltiplicatore del FCG è del 20,8% al Nord e del 15,6% al Sud con media nazionale del 18,5% non è utile alla comparazione perseguita.
Per altro è errata perché il FCG assorbe in media il 12,5 % (circa) poiché deve coprire non solo l’8% della PI (come da decreto emanato in epoca in cui di Basilea si sapeva e capiva poco) ma anche la PA (basta una telefonata al Fondo per sincerarsene).
Anche la conclusione che le prime tre classi di rischio al Nord non hanno convenienza a rivolgersi al FCG è lapalissiana e dipende dal fatto che al Nord la garanzia si paga lo 0,5%, più del beneficio ottenibile. Se l’alternativa FNI è conveniente dipende dalla struttura delle commissioni che si vanno ad applicare. E’ chiaro che se non si pagano commissioni la convenienza del FCG riappare.
Passando al metodo utilizzato dal FNI per ponderare i rischi (Tranched Cover con SFA) e quindi determinare l’agevolazione in forma di garanzia, nell’esempio si assume che la distribuzione di rischio del portafoglio sia tale che il Kirb pari al 10% lasci una rischiosità residua alla tranche Senior del 20% di ponderazione. E questo rende incomparabili le due ipotesi perché il FCG invece lascia una ponderazione zero alla quota garantita.
Anche se le due ipotesi fossero state rese comparabili, il metodo delle Tranched Cover rimane sfavorito perché nella migliore delle ipotesi (allorché il Kirb copre tutta la perdita attesa ed inattesa) la quota senior può, per norma Basilea, scendere solo al 7% di ponderazione e non allo 0%.
Rimangono poi le grandi difficoltà di gestione di una tranched (richiamate pure nell’articolo) di studio, formazione e segnalazione a BdItalia. La fase di formazione o ramp-up del portafoglio è difficilissima perché nessuno mai è riuscito, in passato, a comporre un portafoglio col profilo di rischio ipotizzato (rischiosità, numerosità) in modo da centrare gli obiettivi di rendimento ipotizzati dagli attori del processo.
Conclusione : teniamoci stretto il FCG. E’ ancora il metodo di agevolazione migliore anche se sarebbe opportuno ricalibrarne i costi e renderli funzione del rischio misurabile da un sistema di rating condiviso.
Nota: le Tranched Cover sono una tecnica di cartolarizzazione prevista da Basilea per la valutazione di portafogli GIA’ formati, quindi osservabili. L’Italia ha chiesto che i fondi monetari fossero assimilati all’acquisto della quota junior dei portafogli in via di formazione, quindi da comporre nella numerosità e profilo di rischio ipotizzato. BdItalia ha, perfidamente, concesso (della serie “avete voluto la bicicletta ed ora pedalate”). Sono anni che sento annunci circa l’avvenuto completamento degli adeguamenti dei S.I. delle banche al trattamento delle Tranched Cover ma mai nulla di concreto. Avvertenza ai naviganti: una operazione è Tranched se trattata e segnalata Tranched dalle banche non se è semplicemente dotata di un Cap di perdita concesso da un garante (es. Confidi).